di Lucia Baracco
dal dizionario Devoto-Oli
leggibilità la qualità relativa alla chiarezza e decifrabilità di una scrittura.
leggibile scritto in modo chiaro e intelligibile da chiunque.
Per leggibilità si intende la condizione per cui un testo scritto è facile da leggere, da decifrare e da comprendere. La definizione generale include correttamente anche i problemi legati alla comprensione del testo ossia alla leggibilità linguistica: l’uso della lingua in tutte le sue componenti, la scelta dei termini, la sintassi impiegata, l’articolazione dei contenuti. Sono aspetti certamente importanti ma che esulano dalle finalità di questo lavoro che si concentra invece sulla leggibilità grafica, ossia sulla facilità di individuare, riconoscere, decifrare la comunicazione che si basa su simboli e caratteri.
Pur con questa limitazione, i problemi da affrontare rimangono molti perché si investono direttamente numerosi aspetti della vita delle persone e vanno ben oltre la sola lettura dei testi scritti. L’azione del leggere non è un’attività specifica e distinta, svolta in modo pressoché esclusivo in alcuni momenti della nostra giornata (leggere un libro, leggere un giornale, studiare…), ma interessa in modo diffuso le nostre occupazioni quotidiane, in particolare quelle che comportano l’uso di una qualche componente tecnologica o una certa complessità operativa. Pensiamo ad esempio ad un telefonino cellulare: parlare di leggibilità in questo caso significherà capire se i caratteri stampati sui pulsanti e quelli dei testi che appaiono sul display sono facili da riconoscere e da decifrare. Se invece ci riferiamo ad un ambiente, ad esempio un ufficio pubblico, parleremo della leggibilità delle informazioni cominciando dai testi che spiegano dove ci si trova, dove si deve andare per compiere certe operazioni, cosa bisogna fare.
La leggibilità come problema sociale
L’accesso alle informazioni scritte è da tempo un
problema per molte persone; negli ultimi anni, anche per le connessioni con l’uso delle tecnologie, esso è diventato particolarmente sentito e per certi aspetti comincia ad assumere le caratteristiche di un’emergenza sociale.
Il progressivo invecchiamento della popolazione, che comporta una maggiore incidenza di malattie oculari, ha aumentato notevolmente il numero delle persone coinvolte. È cresciuto d’altronde anche il loro livello culturale e quindi la domanda di prodotti letterari e strumenti informativi adeguati alle diverse esigenze che non può rimanere insoddisfatta senza creare disagio e frustrazione. Ma la scarsa leggibilità degli strumenti diventa spesso una barriera insormontabile anche per eseguire altre azioni che, almeno in teoria, non dovrebbero essere correlate al problema visivo. E così diventa difficile telefonare perché non si vedono i numeri sulla tastiera, ascoltare la radio perché non si riescono a trovare le stazioni, usare un forno o una lavatrice perché non si identificano i comandi e persino servirsi autonomamente di un comune ascensore perché i numeri dei piani sulla pulsantiera sono difficili da vedere.
Certamente questi problemi non sono uguali per tutti: in alcuni casi tutto può ridursi ad un approccio più difficile, lungo o faticoso che può portare l’utente a rassegnarsi e a rinunciare alla lettura o all’uso dello strumento. Per molte persone, invece, i problemi di leggibilità costituiscono un’autentica barriera, tale da impedire l’utilizzo autonomo di alcuni prodotti o l’accesso a delle informazioni.
Il confine tra le due diverse situazioni (difficoltà e barriera) non è sempre netto. A volte i problemi si manifestano solo in certe circostanze, di tipo ambientale (ad esempio quando c’è poca luce) o personale (quando si è particolarmente stanchi). In certe situazioni la lettura è possibile ma richiede uno sforzo tale che si può sostenere solo per brevi momenti. A parità di condizioni di leggibilità, si potrà così arrivare a decifrare un numero di telefono, ma non a leggere l’articolo di un giornale.
È inoltre importante sottolineare che anche la possibilità di intervenire con ausili personali di ingrandimento, molto usati da chi ha problemi di vista, è condizionata al fattore leggibilità. Una buona lente, ad esempio, può rendere accessibile un testo di piccole dimensioni, ma è necessario che la stampa sia nitida e ben contrastata e che l’utente possa individuare agevolmente sulla pagina la parte di suo interesse. È molto difficile infatti cercare un punto da ingrandire in una pagina di testo tutta uniforme, priva di riferimenti e informazioni strutturali.
La popolazione interessata
Oltre alla popolazione anziana ed agli ipovedenti gravi (vedi classificazione proposta dalla L. 138/01), esiste una considerevole fascia di popolazione che presenta una minorazione visiva tale da non essere considerata disabilità, ma certamente in grado di creare problemi e disagio di fronte a prodotti poco leggibili. Intendiamo, a titolo indicativo, quella fascia di persone che ha un visus compreso, con tutte le correzioni, tra i 3/10 e i 6/10 e che, assieme al gruppo degli anziani in generale, costituisce una vastissima e crescente zona grigia, mai sufficientemente considerata, sia dagli esperti oculisti, sia dalla società che continua a produrre comunicazione e oggetti sempre più formalmente elaborati, ma sempre meno accessibili. Una zona grigia, si diceva, perché composta da gente che non si vede, che non viene riconosciuta come svantaggiata, che non è rappresentata da alcuna associazione. Per queste persone non esistono prodotti specifici (come ad esempio i libri ingranditi) e nessun ausilio, a parte gli occhiali.
Una maggiore attenzione a questi problemi appare oggi indispensabile non solo perché, come si è detto, quello che rappresenta una difficoltà per alcuni costituirà certamente una barriera per altri, ma anche perché il numero degli individui coinvolti è significativo e tale da dover essere sempre considerato nel momento in cui si progetta qualcosa di uso generale. La necessità di pensare a tali esigenze non deriva infatti solo da considerazioni di tipo etico o di cittadinanza (come, ad esempio, accade per il tema dell’accessibilità e dell’eliminazione delle barriere architettoniche) ma investe direttamente l’efficacia della comunicazione e del relativo investimento ed ha quindi grosse implicazioni sul piano economico e funzionale. Una pubblicazione che si legge con fatica, ad esempio, avrà poche probabilità di essere davvero letta da tutti e non potrà quindi raggiungere pienamente i suoi obiettivi.
Lo sportello tecnologico
Molti uffici pubblici hanno compiuto negli ultimi anni un grosso sforzo per migliorare l’efficienza e la qualità del servizio offerto agli utenti. Per raggiungere questi obiettivi sono stati introdotti anche diversi strumenti automatici tra cui apparecchi per il pagamento self-service, talloncini numerati per regolare le code agli sportelli, chioschi informativi elettronici e altro. Per molto tempo la loro accessibilità è stata tenuta poco o per nulla in considerazione per cui era davvero raro trovare apparecchi utilizzabili autonomamente da persone con gravi problemi visivi o motori. Ma il loro uso è spesso difficoltoso anche per chi ha delle modeste difficoltà visive e la causa, anche in questo caso, va quasi sempre ricondotta ad un difetto di progettazione per quanto riguarda la leggibilità e l’usabilità: display con caratteri di piccolo formato, tabelle da consultare con testi minuti e indistinti, emissione di tagliandi o biglietti di difficile lettura, pulsanti poco leggibili per i quali è complicato capire la funzione associata, eccessivo numero di passaggi richiesti per raggiungere il risultato, gestione poco amichevole degli errori. La scarsa accessibilità di questi strumenti era all’inizio meno grave, almeno dal punto di vista pratico, perché quasi sempre avevano un ruolo solamente sussidiario rispetto agli sportelli tradizionali, che continuavano a funzionare regolarmente, con un operatore in carne ed ossa che poteva intervenire in caso di difficoltà. Ad esempio, alla stazione ferroviaria c’era la biglietteria automatica ma chi non voleva usarla poteva sempre servirsi di quella tradizionale (bastava in genere mettersi in coda e avere un po’ di pazienza in più). Oggi però la tendenza è di eliminare progressivamente gli sportelli con operatore e lasciare solo gli apparecchi automatici. In molti ospedali si può pagare il ticket solo con cassa automatica, in numerosi uffici pubblici sono scomparsi gli uscieri e l’utente deve gestire da solo un apparecchio che distribuisce un numero progressivo in base all’operazione che deve compiere. Anche il prelievo del denaro contante avviene ormai quasi esclusivamente attraverso bancomat e postamat.
Se non vengono offerte altre alternative è indispensabile che questi apparecchi siano veramente fruibili da tutti altrimenti si impedisce a chi non riesce ad usarli di accedere al servizio, creando di fatto nuove barriere.
Accessibilità e leggibilità nel web
Visitando alcune pagine web, traspare ancora l’idea che questi nuovi strumenti debbano essere fisiologicamente destinati ad un target giovanile che non soffre certo di problemi di vista ma che ha piuttosto l’esigenza di essere sedotto con grafiche alla moda ed effetti speciali.
La tendenza, fortunatamente, sta cambiando anche in seguito ad una chiara preferenza degli utenti per siti che offrono contenuti utili e facilmente fruibili. Anche l’attenzione al problema dell’accessibilità, concretizzatasi in Italia con l’approvazione della Legge 4-2004, nota come Legge Stanca, conferma questa tendenza e ormai i siti che puntano a colpire il visitatore con artifizi grafici sono abbastanza rari, almeno tra i servizi pubblici.
È importante ricordare che oggi il web non è più solo uno strumento informativo (pagine da leggere e consultare) ma comprende, e sempre più comprenderà, l’erogazione di un vasto repertorio di servizi on-line particolarmente adatti proprio per l’utente anziano e disabile che incontra le maggiori difficoltà nell’accesso ai servizi tradizionali che richiedono la presenza fisica allo sportello. L’attenzione alle esigenze di questi utenti, doverosa per tutti, è assolutamente indispensabile per chi fornisce on-line servizi di pubblica utilità.
Il problema della leggibilità delle pagine web, e quindi del facile accesso per tutti, è però ancora lontano dall’essere veramente compreso e risolto. È frequente trovare siti internet sostanzialmente accessibili ai non vedenti ma di difficilissima lettura per chi ha più lievi problemi di vista a causa, ad esempio, di caratteri molto piccoli e non ingrandibili, di infelici scelte di contrasto (ad esempio: testo grigio chiaro su sfondo bianco), di scritte contorte, con colori sfumati e confusi.
Molti di questi siti si dichiarano accessibili ed espongono anche vari bollini di validazione. Nella valutazione dell’accessibilità delle pagine web prevalgono di gran lunga i sistemi di validazione automatica (come il famoso Bobby), quelli che assegnano i vari bollini con un controllo meccanico del codice HTML ma che non possono giudicare gli aspetti qualitativi della leggibilità grafica. A dire il vero, tutti i sistemi automatici segnalano questo limite e concedono un bollino sotto condizione, precisando cioè che la valutazione va completata con una serie di controlli supplementari da eseguire manualmente, ma queste segnalazioni non vengono quasi mai prese in considerazione e il bollino rilasciato in automatico viene considerato come un’approvazione più che soddisfacente.
È certamente auspicabile un maggior rigore nell’attribuzione dei bollini (e su questo il regolamento attuativo della Legge Stanca ha certamente compiuto sensibili passi in avanti), ma occorre contemporaneamente promuovere una vera cultura dell’accessibilità in cui si affrontino efficacemente i problemi nella fase progettuale conoscendo e considerando le esigenze di tutti, senza semplicismi e scorciatoie.
Gli apparecchi tecnici
Il problema della leggibilità concerne anche molte tecnologie di uso domestico e personale. Gli ostacoli in questo caso riguardano l’accesso alle funzioni, spesso reso difficile dalla scarsa attenzione alle esigenze di chi vede poco.
Nella produzione tecnica industriale un fenomeno noto è la tendenza a mimetizzare nei prodotti di uso consolidato le loro caratteristiche funzionali, compresi i dispositivi di comando e di controllo. Ecco quindi una vasta gamma di pulsanti praticamente invisibili, display minuscoli, manopole indecifrabili… Tutto quello che serve a usare il prodotto deve scomparire altrimenti si rovina la linea (quello che non si può proprio eliminare viene magari spostato nel telecomando, che diventa sempre più grande e con un numero spropositato di pulsanti).
Per alcuni prodotti, fortunatamente, accanto a modelli di questo tipo il mercato ne offre altri progettati con maggiore attenzione alla funzionalità e quindi l’utente che conosce i propri problemi può reperire, anche se con fatica, delle soluzioni più idonee. Ma non è sempre così: il mercato dei cellulari, ad esempio, pur offrendo centinaia e centinaia di modelli diversi non ha ancora nulla di accettabile per chi ha problemi di vista e tutta la produzione è uniformemente orientata su soluzioni che tendono a nascondere le componenti funzionali, cominciando dalla tastiera. Stranamente per un prodotto molto simile, i telefoni cordless, si trovano senza problemi soluzioni con tastiere ben leggibili e fruibili.
La leggibilità delle componenti funzionali non è l’unico fattore che condiziona la fruibilità di un prodotto tecnologico ma è spesso determinante, soprattutto se l’apparecchio non è di uso comune e se non segue gli standard o le convenzioni più diffuse. Molto importante però è anche tener conto dell’usabilità di questi strumenti che deriva da molteplici fattori: il rispetto degli standard, l’organizzazione logica delle operazioni da svolgere e la distribuzione spaziale, l’utilizzo di informazioni di tipo tattile sia per la discriminazione dei tasti che per il riscontro delle azioni eseguite.
La qualità della progettazione
È raro che l’attenzione ai problemi della leggibilità comporti costi maggiori di produzione. Dei vari elementi che possono condizionare la facilità di lettura, descritti ampiamente in questo volume, solo la scelta della dimensione del carattere ha delle implicazioni sul costo del prodotto finale poiché può incidere sul numero delle pagine o, in generale, sulle dimensioni del supporto. Negli altri casi la differenza di costo è praticamente inesistente: scegliere combinazioni di colori efficaci per il contrasto, organizzare chiaramente una pagina, evitare sovrapposizioni confuse di testo e immagini, non comporta nessun costo di produzione aggiuntivo, ma solo una maggiore attenzione nella progettazione.
Nella stragrande maggioranza dei casi i problemi di leggibilità non hanno giustificazioni di tipo tecnico o economico ma derivano piuttosto da esigenze che potremmo definire, anche se semplicisticamente, di tipo estetico. Il problema, in effetti, è assai più complesso perché entrano in gioco anche altri fattori come la necessità di caratterizzare il proprio prodotto, di comunicare l’adesione ad un certo modello culturale, di rivendicare la propria creatività individuale o altro. Tutti fattori importanti, che non si vogliono assolutamente sottovalutare, ma che dovrebbero passare in secondo piano rispetto alla funzionalità del prodotto e, soprattutto in un contesto sociale, alla sua effettiva fruibilità.
Neppure il problema dei costi può essere separato dalla valutazione della qualità e nessun risparmio può giustificare scelte che annullano l’efficacia dell’investimento. Per assurdo: stampando un romanzo in corpo 6 certamente si userà meno carta rispetto ad una edizione normale, ma sarebbe improprio parlare di risparmio perché quel volume non lo leggerà nessuno e quindi tutte le sue pagine costituiranno un inutile spreco di carta.
Anche in questo campo, una progettazione di qualità è quella in grado di soddisfare le esigenze estetiche del committente e quelle funzionali degli utenti. Di tutti gli utenti, nel nostro caso.